Sai Medea, del cuor mio
crei una sinfonia dell'oblio
da render pesante il respiro
e vacuo ogni mio sospiro.
E guardo ancor oggi il mare
l'mmensità del sua rabbia
che non mi ha saputo perdonare
e mi fa sprofondar nella sabbia.
Le mie scuse non sono accettate
e i miei sensi di colpa divampano
e nelle tue acque le mie parole gettate
e i tuoi silenzi mi accompagnano.
Se una maledizione ormai grava
è solo per la sofferenza provata
dall'unica donna veramente amata
e di se stesso sempre superava.
E guardarsi ora nei riflessi delle pupille
non son più attese giornate tranquille
ma soltanto l'indifferenza di due anime
che da essere uniche ora sono anonime.
Ti cerco Medea, immensamente.
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