Euridice ed Orfeo

"Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto ... Le selve inerti si movevano conducendo sugli alberi gli uccelli; o se qualcuno di questi volava, commuovendosi nell'ascoltare il dolce canto, perdeva le forze e cadeva ... Le Driadi, uscendo dalle loro querce, si affrettavano verso il cantore, e perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto (...)".

Cosi si narra della malinconica e triste melodia della lira di Orfeo, al quale per dare un tocco di soave sensazione aggiunse altre 2 corde alla sua lira da 7.
Euridice, donna da lui amata, sola ed unica. Non si concesse ad altre dopo la sua morte ma preferì scendere nel regno dei Morti, tra Ade e Persefone, per riavere il suo amore. Il suo suono riuscì a fermare la collera dei diavoli, la fame di Cerbero e per la prima volta si conobbe la pietà in quel mondo. La commozione dei Due permise a Orfeo di riavere indietro la sua Euridice, a patto che Egli non si fosse volto indietro per guardarla.
Così fece, la prese per mano, tornarono felici indietro, ma nel tenerle la mano, Orfeo, ebbe l'impressione di avere l'ombra della mano della sua amata.

"(...) Nè la regale sposa, nè colui che governa l'abisso opposero rifiuto all'infelice che li pregava e richiamarono Euridice. Costei che si trovava tra le ombre dei morti da poco tempo, si avanzò, camminando a passo lento per causa della ferita. Il tracio Orfeo la riebbe,a patto che non si voltasse indietro a guardarla prima di essere uscito dalla valle infernale (...)"

Cosa lo spinse a voltarsi se non il suo troppo amore!

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