La tristezza del re

Quante volte ci sentiamo importanti, senza dar nulla, senza far nulla, senza far altro che regalare solo un sorriso. E qui che ci viene da pensare che il Re non è colui che sta seduto sul trono, ma quello che scende fra i suoi simili per essere appunto colui credere, il punto di riferimento.

Lascio la ricchezza al re io, io la nobiltà la preferisco nei miei gesti, nelle piccole conquiste che non sono regni, ma sono cuori, che non sono conquistabili con la forza, ma con la gentilezza.

Io non mi sento superiore, al di sopra di altri, io sono come gli altri, e proprio perchè sto in mezzo a loro riesco a sapere cosa ne hanno bisogno. Io non sono guidato dal dovere, ma dal volere. Io non sono comandato dal mio stato di nobile, ma dal mio stato di comune.

Per questo che non sentirò il peso della tristezza del re, perchè come me, ce ne sono tanti che mi imitano.

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