Atroci silenzi

Aspettando le tue parole
quelle dolci che mi sussurravi,
quelle che mi ripetevi,
quelle che non svanivano
quando andavo via da te.

Aspettando i tuoi sguardi
quelli che mi regalavi,
quelli innocenti con cui guardavi,
quelli che non sapevi
sfuggire nella timidezza.

Aspettando la tua mano
quella che mi stringevi,
quella che mi sfiorava,
quella tenera che una volta
presa non la lasciavo mai.

Eppure in questa stupida
attesa io sono ancora qui
solo mentre tu regali
quello che io desidero a
volti sconosciuti.

E' tutto così triste. Si può dimenticare?

Carezze

Per sfiorar il tuo candido viso
e regalarti ancora un altro sorriso,
ti donerei la mia armonia
trasmettendotela in allegria.

Per tal ricordo sofferente
soffocherei il pensier ardente
di non rivolere il mio passato
e futur con te non andato.

E se qualche tuo dolce tocco
al contempo di qualche rintocco
delle campane, nel frastuono,
son solo farfalle che si odono

e del loro sbatter d'ali,
nelle strade e nei viali,
la tua leggiadria li accompagna
fino a valle della montagna.

E mi quietava l'anima, il cuore e il sonno

Ancora legami

Solenni sono le mie promesse e mantenerle è un'obbligo più che un dovere. Tutti siamo capaci di dimostrare di essere capaci di compiere qualcosa, ma al minimo segno di resa possiamo già infrangere quel legame. C'è bisogno di dimostrare che c'è quel qualcosa che manca nello spirito delle persone, quel bisogno di sentirsi vincolati. Chi si arrende alla prima difficoltà è solo un perdente, che non sà continuare la sua lotta per mantenere vivo il patto. E chi crede che sia solo una buffonata, vuol dire che di legami sinceri non ne ha mai fatti e tantomeno potrà capire cosa significa eterno.

Colui che stringe il fardello da tenere è doppiamente forte: deve vivere per sè, e per la promessa.

Modulazione lenta

Assiduo persisti nella durata eterna fra un'onda e il soffio del vento. Mentre le prime ore luminose irradiano la spiaggia, seduto e pensoso guardo il mare, guardo la luna calante e guardo il cielo tra il rosso dell'albeggiar e il celeste tendente allo scuro della notte che va via con miriadi di sfumatore di vario colore tra di esse. E un pescatore sulla sua barca mi fa compagnia, anche lui non ha dormito questa notte e ha preferito il richiamo della salsedine alla comodità di un letto.

E l'abbandonar questo luogo mi causa una fitta al cuor, come se qui lo volessi lasciar mentre il mio corpo si dirige verso casa. La mia mente è lì: in quel infinito mareggiar.

Interminabile amor

Passegger notturno della mia testa
dove passi lasci sempre una festa
con tocco leggero la tua scia resta
sussurri e risate di una giornata lesta.

E al mattin a me fai da veglia
rugiada sul fior a te assomiglia,
allegria mette al dì appena venuto
fino alla sera in cui il ciclo è compiuto.

Di grazia è accetta la vostra presenza
principessa degna della tua essenza
e quest'opera, come le altre, a voi è dedicata
per ricordarvi che siete ancora la mia amata

Costruttore di sogni

Mi chiedo ancora ogni giorno cosa ho saputo appiccicare dei pezzi del mio puzzle. Di quei 1000 pezzi solo 20 sono riuscito a metterli insieme. Ma da quei 20 posso imparare che ci sono altrettanti 20 pezzi che si possono intrecciare. E quando si vede un pezzo mancante si vede se l'incastratura sia giusta o meno. Io invece li provo tutti. Perchè bisogna limitarsi ad incastrare quelli in figura se anche altri pezzi potrebbero andare bene? Magari si realizza qualcosa diverso da quello che l'inventore di quel puzzle si era prefissato. Come uscire un pò fuori dalle righe, tutti vogliamo essere diversi, e basta un piccolo dettaglio per riuscirci. Piccoli gesti di rivoluzioni, ma tanto grandi per essere notati almeno da sè stessi.

Eppure in mezzo a tutto questo, qualche bugia c'è ancora. Mento ancora a me. Mento ancora a tutti.

Vneith Azuras!

Sol di color nerastro li capelli
della plumbea folta chioma,
e sulle spalle svolazzar di mantelli
e del profumo della sua aroma

che riecheggian nell'aria morbida
come soave è la sua dolcezza
al levar della sua voce così nitida
e al gesto della sua carezza.

Azzurro il ciel sopra le nostre teste,
le nuvole lasciaron posto al sole
segno indelebile di tante feste
e respirar finalmente odore amichevole.

I sogni annegati

Fu il tramonto. Era afosa la giornata e sdraiati sulla ghiaia, su una tela, guardavamo il mare. Mi raccontavi dei tuoi sogni e delle tue ambizioni. Eri la sirena del mio mare, quello che non si pareva dinnanzi me, quello che immaginavo spaziare nella mia testa. Sei sempre stata la luce del faro che guidava le navi alle sponde della riva, nelle quiete giornate o nelle burrascose tempeste. Il riferimento dei miei ideali.
Non ci accorgemmo che il tempo era passato, e la notte con esso. Era l'alba. Ci stringevamo l'un l'altro come a voler che quegli attimi non avessero mai fine. Come il ciclo giorno e notte che si alterna, come le onde che si infrangeranno sempre contro la riva per poter subito dopo ritentare la loro forza. Noi siamo stati molto più deboli.
Quasi posso sorridere. Io non ho perso l'abitudine. Continuo a gioire e portare serenità, anche senza di te. Un pilastro che mi è crollato addosso, ha distrutto il castello di me, e mi son accorto che non c'è bisogno di un luogo per vivere. Si può vivere in qualsiasi luogo possiamo chiamare "casa" e mentre seduto su quel telo indico il mare. Indico il mare a mè stesso in ricordo delle nostre promesse, dei tuoi sogni e che se quelle onde sono più forti del mio amore.
Io un giorno tornerò a sognare, come quel ragazzo che vedeva un libro di fiabe che pian piano si avvicinava al lieto fine.

Eroe senza tempo

Virtute era le sue imprese
e verso gli altri le mani tese,
non calore e bellezza recava
ma sangue e morte lo segnava.

E quel sorriso che sfoggiava,
una maschera che portava.
Nasconder bene le sue colpe
era intelligente come una volpe.

E veniva chiamato eroe dal popolo
e da gente intorno non era mai solo.
Eroe veniva chiamato colui che uccide
e della morte degli altri, poi, sorride.

La farfalla

E' così difficile chiedere scusa? Forse per me sì. Si possono deludere tante aspettative, sopratutto se sono fatte a persone di scarso interesse. Poi, invece, ci sono quelle promesse, quei percorsi trascorsi in buona compagnia, quelli che ti facevano sentire quasi leggero e mai stanco. Quelle che dovevi stringere a te e cercare nè di soffocarlo nè di allontanarlo. E a raccontarlo ora, quando si è scelto uno dei due limiti, è triste.
Perchè si vorrebbe evitare di ripetere lo stesso errore, scegliere di agire in maniera diversa per avere ancora un motivo per guardare la Luna.
Mi tocca solamente pensare al mare, sapendo che da lassù mi guarderai sempre dall'alto verso il basso e io ho quasi timore ad alzare la testa, paura di ferirti ancora e lasciarti ancora più sola.

So che non servirà a niente dirlo ora quando so che non mi vorrai rivolgere nemmeno la parola, ma spero che tu possa non essere sola. Mi dispiace davvero. Con il cuore, ghiacciato ormai.

"Panta rei os potamòs."

In fondo

Tra desideri
e speranze vane.
Tra obiettivi
e soluzioni futili.
E quello che
mi serve non
è qui per me.
Con la mente
ritorno indietro
mentre con le
gambe cammino
avanti.
Invado il tuo
mondo ma sono
solo una preda,
la tua trappola
è ben escogitata
e io ignaro ci casco.
Ma non fa più
male. Sono io che
l'ho voluto.

I dolci risvegli

Verdi brughiere e cieli coperti,
raggi di sole a tagliare le nuvole
per doni della natura offerti
su piatti d'argento come favole.

E il mattin il profumo di pioggia
mi sveglia come caffè e la sua aroma
dove il versare di ogni singola goccia
sembra il battere di una croma.

Il destare mi è tranquillo
e il sorriso lo ho dal risveglio
al batter in fronte di uno zampillo
e il sussurro di uno sbadiglio.