Solitari voli

Triste e solitario il tuo volo
che non fai parte dello stormo
ma preferisci essere solo
quando pensi e ti guardi intorno.

Le ali spiegate al cielo
leggiadro ti ergi con il sole,
rannicchiato ti chiudi al gelo
perchè quel nascondi ancor ti duole.

Quando imparerai a voler compagnia
quando avrai imparato ad accettare
che è solo frutto della tua fantasia
quelle che la mente riesce a immaginare,
sarai libero di scegliere, andartene o volare
ma avrai capito che lo stormo non devi abbandonare

Omnos

Immi daga uimpi geneta,
lana beððos et’ iouintutos.
Blatus ceti, cantla carami.
Aia gnata uimpi iouinca,
pid in cete tu toue suoine,
pid uregisi peli doniobi?
Aia mape coime, adrete!
In blatugabagli uorete,
cante snon celiIui in cete!
N’immi mapos, immi drucocu.
In cetobi selgin agumi,
selgin blatos tou’ iouintutos.
Nu, uoregon, cu, uorigamos,
lamman, cu, suuercin lingamos,
indui uelui cantla canamos!
Ne moi iantus gnaton uorega,
iantus drucocunos uoregon,
cante toi in medie cete.
Cu allate, papon sod urege,
eððiIo de iantu in cridie.
VediIumi: cante moi uosta!
Ne, a gnata, cante t’ usstami,
ne uostami, ne te carami.
Ne carami, nec carasumi.
Boua daga uimpi geneta.
Immi trouga, lana nariIas.
Vrit- me lindos dubnon -piseti.

Pensieri contrapposti alle parole

Seguiamo tutti la stessa linea, è questa che ci ha permesso di essere simili. Seguiamo le orme già tracciate solo per paura di perderci. Siamo tutti simili che per distinguerci non abbiamo altro che utilizzare una maglia, un pantalone. Un taglio di capelli. E curiamo solo il nostro aspetto, pensando che si possa essere unici solo essendo belli e perfetti.
L'anima invece rimane soffocata da questo corpo, l'involucro che non la permette di uscire.
E io mi domando come fare per vedere dentro di esso? Mi bastano gli occhi? Non risponderei sinceramente, potrei dire di si perchè essi sono lo specchio dell'anima; potrei dire di no perchè l'anima è invisibile agli occhi.
Nessuno si chiede perchè ci hanno insegnato la parola, i gesti, le sensazioni, le emozioni. Si possono raccontare tante belle storie, tante avventure passate. Si può raccontare di odio che si prova e mentre lo si dice una lacrima che scende sulla guancia può solo tradire le stesse parole. Come se nel dire si facesse solo del male e si soffre. Questa è una visione del vero Io.
Perchè parecchia gente vuole così tanto nasconderla?

Un prato nel mare

E mi ritrovo ora a navigar
naufragato nel blu del mar
anche se sò che non so nuotar
la mia sirena voglio incontrar.

Mentre al largo guardo solo orizzonte
mi spiazza la visione che ho di fronte:
un'alba rosea e fresca di un sol nascente
mentre la mia anima è buia morente.

Divenir il tuo sogno ora dovrei
affinchè per te la mia vita darei
e se un giorno saremmo di nuovo uniti
sarà il tempo in cui ci saremo capiti.

E se dovessi un giorno approdar
su una terra, su un prato sdraiar
i miei pensieri e guardando il sole
ricordar quanto bello era il tuo amore.

Parallel dream

While you are asleep in your bed,
someone in somewhere start ti read
your dreams that are a universe
more different from the reality.

Then you want rest in this world
to see and make you smile innocently
and leave out all the problems
without a worry for the happiness.

Wake up! The dream isn't ended now.
If you want something, you must take it
You have many wounds, but that don't stop you.
Everyone you know, are with you.

La tristezza del re

Quante volte ci sentiamo importanti, senza dar nulla, senza far nulla, senza far altro che regalare solo un sorriso. E qui che ci viene da pensare che il Re non è colui che sta seduto sul trono, ma quello che scende fra i suoi simili per essere appunto colui credere, il punto di riferimento.

Lascio la ricchezza al re io, io la nobiltà la preferisco nei miei gesti, nelle piccole conquiste che non sono regni, ma sono cuori, che non sono conquistabili con la forza, ma con la gentilezza.

Io non mi sento superiore, al di sopra di altri, io sono come gli altri, e proprio perchè sto in mezzo a loro riesco a sapere cosa ne hanno bisogno. Io non sono guidato dal dovere, ma dal volere. Io non sono comandato dal mio stato di nobile, ma dal mio stato di comune.

Per questo che non sentirò il peso della tristezza del re, perchè come me, ce ne sono tanti che mi imitano.

Celeste aurora

E se il ciliegio, dal suo rosa vivo,
i suoi petali cadere io seguivo
mentre con te accanto parlavo
e ridevo, scherzosamente contemplavo

ora mi ritrovo che gli anni son passati
e noi che insieme li abbiamo attraversati
ma mentre tu vai avanti felice
io mi nascondo dietro un salice.

Ricordiamo tanti attimi divertenti
che io semplicemente chiamo momenti
ma per quanto istanti siano stati
da me non sono mai stati dimenticati.

Anche se non ci vediamo tanto
io ti vorrò sempre bene fintanto
che l'amicizia vera perdura nel tempo
e sicuramente non durerà un lampo.


Ogni sacrificio ha il suo prezzo

E' il primo giorno della rinascita, come figlio scacciato, come qualcosa di diverso.

Oggi mi è morta una foglia. L'avevo in mano e pian piano ho iniziato a stringerla. Ho sofferto, lo ammetto. Ma non devo fermarmi qui.
I miei occhi devono diventare gelidi, il mio corpo deve diventare gelido. Il mio cuore. Devo imparare a fregarmene, e far vedere cosa significa odiarmi.

Che strana sensazione però. Mi sembra quasi di gioire, eppure so che mi è morta in mano.

Facciamo una gara di resistenza alla sofferenza?
Oppure vediamo chi di noi è più ipocrita?

Aquiloni

Liberi nell'aria del vento del ovest, vola libero attaccato ad un filo, ad una persona che lo accompagna. Bisogna saper dosar la giusta direzione affinchè possa volare in cielo e bisogna saperla mantenere affinchè non cada al suolo. Colui che guida quell'aquilone è solo un bambino che vede in quel giocattolo la sua vita, la sua passione, la voglia di volare e la voglia di scappare. Ma non può, attaccato alla mano e costretto a seguire la direzione dei venti.

Arrivò però il momento che lo teneva era troppo fragile, troppo resistente per farlo rimanere legato a quel bambino.

Spinto dal vento, prendeva pieghe strane, non era più controllato da un capriccio del bambino e piano e con vorticosi movimenti si schiantò al suolo. Finì così la sua folle corsa verso la libertà. Finì che non potè essere più utilizzato.

Quiete prima della tempesta

Carattere, ma voglia di scappare.
Forza d'animo, ma voglia di dimenticare.
Finisce sempre così, che ti senti tradito nella fiducia, e pensi cosa hai fatto per meritartelo. Poi rivedi i tuoi errori e pensi che la ruota giri. Allora mi chiedo perchè dopo quello che sto passando, un pò di fortuna non giri anche da me?
Ho sbagliato lo so, ho pensato di cambiare e di mettermi in punizione facendo l'opposto di quello che non ho fatto prima. Dare poca attenzione, essere pigro, non amare abbastanza. E invece cosa ho ottenuto alla fine di questo percorso? Niente.

Sarà che mi aspettavo qualcosa, qualcosa che mi risollevasse, che non mi faccia tenere il muso e invece sono qui a scrivere, pensieri poco sereni e frustazioni. Davvero non so che mi prende, e cosa voglio, innanzitutto.

Per ora so che voglio dimenticare il mio passato, e stare almeno sereno nelle notti. Non chiedo troppo.

Il rumore della pioggia

La notte è calata, così come la pioggia. Ticchetta lenta e rumorosa sulla grondaia. Mentre mi accingo a portare la mia mente nel pensatoio, ascolto e seguo con gli occhi ogni goccia che riesco a coglierne. La seguo dall'alto verso il basso, finchè toccando terra non si frantuma e forma tanti piccole gocce.
Qui la mia mente si ferma a ricordare cosa succede.

Siamo tante piccole gocce, che non riescono a frenare la loro corsa e alla fine succede che si rompano. Ci affrettiamo a voler cadere verso il basso, e spezzarci. Non attendiamo. Potremmo rimanere nella confusione della nuvola, potremmo rimanere fermi come in una piazza affollata nel miscuglio di gente e invece preferiamo annientarci in basso che rimanere nel cielo.

Ascolto la pioggia come una ninna nanna, mi ricorda di essere piccolo come una goccia, freddo come l'acqua, ma se mi schianto sono fragile.

Sogni di serenità

Vere sono le emozioni, veri i sentimenti,
ma nascoste sono le intenzioni e i movimenti.
Cupo il tuo viso, spento senza allegria
segno di qualcuno che te l'ha portata via

e non riesci a vedere il colore dell'arcobaleno
ma immagini solo qualcosa di verde veleno.
Serenità cerco di portarti, fanciulla,
al sogno che la notte dolcemente ti culla.

Speciale è il tuo essere reale,
qualcosa di sublime e regale,
e io affascinato da questo tuo lato meraviglioso
ti dedico questo canto sperando sia armonioso.

Ricerca del nulla

Sai Medea, del cuor mio
crei una sinfonia dell'oblio
da render pesante il respiro
e vacuo ogni mio sospiro.

E guardo ancor oggi il mare
l'mmensità del sua rabbia
che non mi ha saputo perdonare
e mi fa sprofondar nella sabbia.

Le mie scuse non sono accettate
e i miei sensi di colpa divampano
e nelle tue acque le mie parole gettate
e i tuoi silenzi mi accompagnano.

Se una maledizione ormai grava
è solo per la sofferenza provata
dall'unica donna veramente amata
e di se stesso sempre superava.

E guardarsi ora nei riflessi delle pupille
non son più attese giornate tranquille
ma soltanto l'indifferenza di due anime
che da essere uniche ora sono anonime.

Ti cerco Medea, immensamente.

Soltanto attimi

Giorni di intensa emozione, ti scorrono veloce, troppo in fretta rispetto agli attimi in cui dovrebbe invece fare il contrario. E così scorre il tempo, ma pare che questa volta, il tempo passi e mi lasci un sorriso. Le speranze son sempre quelle, ma un sorriso in più e il ritrovamento di antichi passati perduti ti fà tornare il sorriso sulle labbra.

E così, l'anello lo vorrei dedicare proprio a questo. Soltanto attimi, che vorrei durassero in eterno, non mi importa della felicità, quella mia, mi importa che gli altri lo siano. La commozione e la gioia per dei piccoli gesti, e poi esser costretto a ringraziare tu per quello che ti fa passare.

La riconciliazione è legata ora all'anello, e con le due ancore il peso aumento, senza appesantire ulteriormente.

Oggi ho detto grazie, detto con il cuore, dovrei dire e fare molto di più. Mi impegnerò

In un giorno di pioggia

Is è mo laoch, mo ghile mear
Is è mo Shaesar
ghile mear
Ni fhuras fein aon tsuan as sean
o chuaigh i gcein mo ghile mear

Addio, addio e un bicchiere levato al cielo d'Irlanda e alle nuvole gonfie.
Un nodo alla gola ed un ultimo sguardo alla vecchia Anna Liffey e alle strade del porto.
Un sorso di birra per le verdi brughiere e un altro ai mocciosi coperti di fango,
e un brindisi anche agli gnomi a alle fate, ai folletti che corrono sulle tue strade.

Hai i fianchi robusti di una vecchia signora e i modi un po' rudi della gente di mare,
ti trascini tra fango, sudore e risate e la puzza di alcool nelle notti d'estate.
Un vecchio compagno ti segue paziente, il mare si sdraia fedele ai tuoi piedi,
ti culla leggero nelle sere d'inverno, ti riporta le voci degli amanti di ieri.

E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.

Hai occhi di ghiaccio ed un cuore di terra, hai il passo pesante di un vecchio ubriacone,
ti chiudi a sognare nelle notti d'inverno e ti copri di rosso e fiorisci d'estate.
I tuoi esuli parlano lingue straniere, si addormentano soli sognando i tuoi cieli,
si ritrovano persi in paesi lontani a cantare una terra di profughi e santi.

E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.

E in un giorno di pioggia ti rivedrò ancora
e potrò consolare i tuoi occhi bagnati.
In un giorno di pioggia saremo vicini,
balleremo leggeri sull'aria di un Reel.

Euridice ed Orfeo

"Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto ... Le selve inerti si movevano conducendo sugli alberi gli uccelli; o se qualcuno di questi volava, commuovendosi nell'ascoltare il dolce canto, perdeva le forze e cadeva ... Le Driadi, uscendo dalle loro querce, si affrettavano verso il cantore, e perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto (...)".

Cosi si narra della malinconica e triste melodia della lira di Orfeo, al quale per dare un tocco di soave sensazione aggiunse altre 2 corde alla sua lira da 7.
Euridice, donna da lui amata, sola ed unica. Non si concesse ad altre dopo la sua morte ma preferì scendere nel regno dei Morti, tra Ade e Persefone, per riavere il suo amore. Il suo suono riuscì a fermare la collera dei diavoli, la fame di Cerbero e per la prima volta si conobbe la pietà in quel mondo. La commozione dei Due permise a Orfeo di riavere indietro la sua Euridice, a patto che Egli non si fosse volto indietro per guardarla.
Così fece, la prese per mano, tornarono felici indietro, ma nel tenerle la mano, Orfeo, ebbe l'impressione di avere l'ombra della mano della sua amata.

"(...) Nè la regale sposa, nè colui che governa l'abisso opposero rifiuto all'infelice che li pregava e richiamarono Euridice. Costei che si trovava tra le ombre dei morti da poco tempo, si avanzò, camminando a passo lento per causa della ferita. Il tracio Orfeo la riebbe,a patto che non si voltasse indietro a guardarla prima di essere uscito dalla valle infernale (...)"

Cosa lo spinse a voltarsi se non il suo troppo amore!

Filastrocca

Sole luminoso e incadescente
caldo e splendente
che irradia gioia e felicità
toglie noia con semplicità
diverti con poco e con niente
è un gioco conveniente
alza le braccia al cielo
e vedi la faccia da angelo
sulla bocca un ampio sorriso
e un sogno condiviso
vuole le menti felici
senza turbamenti diaboloci
il mio canto allegro e birichino
fresco e genuino
vuol cantare senza garbo
ma senza esser superbo
che di felicità vuol parlare
guardando il sole illuminare