Auricolari nelle orecchie e musica in testa

Corse fuori. Pioveva quel giorno. Era successo tutto così in fretta che non aveva voglia di allacciarsi quella scarpa che gli andava larga o sistemarsi il collo della camicia che era mezzo sgualcito dalla fretta. La fretta non gli aveva permesso nemmeno di prendere un caffè, anche se erano le 4 di mattina. Il vento tirava forte e la macchina non si metteva in moto. Così non perse tempo a decidere cosa fare. Prese la bici e si affrettò sotto quella pioggia che non lo rallentava. 
Tornò a casa dove la nonna che ogni volta gli sorrideva distesa sul letto. 
Ebbe quella notizia dalla madre, e il cuore gli batteva forte dal dispiacere. Sapeva che non stava bene, da giorni ormai. Sapeva anche che non sarebbe stata li per sempre. Ora era lui che la guardava addormentarsi per l'ultima volta mentre il suo viaggio continuava per mete sconosciute.
Pianse un poco e abbracciò forte i suoi parenti prima di tornare a casa. Erano le 7 di mattina e aveva smesso di piovere. Tornò sudato, si diede una lavata veloce e si preparò una tazza di latte caldo. Era autunno e quel giorno era sabato. Un inizio weekend decisamente poco entusiasmante.
Si stese sul letto quel giorno, prese con se il suo lettore mp3 e scorreva nella playlist tutte le canzoni. Ascoltava dieci o quindici secondi, senza aspettare che il cantante potesse dire la prima parola del suo brano. E ad ogni cambio corrispondeva un ricordo di lui con la sua nonna: la coperta che da piccolo gli rimboccava, il pranzo che gli preparava quando i suoi genitori lavoravano, lasciarlo andare in giro con la bici per il parco senza perderlo di vista e comprargli un gelato come premio per essere stato attento, 
Di li era passato un terremoto di ricordi, che nonostante tutto aveva scosso per bene la sua testa, lasciandogli solo un disastro nella testa ma l'ordine nella stanza. Si alzò per ora di pranzo con il lettore quasi scarico senza che si fosse fermato. Si alzò sorridendo, perchè sua nonna era li: gli aveva rimboccato le coperte mentre riposava e cantato la sua ninnananna come quando era piccolo. Il suo cuore non le permise di lasciarlo da solo, quel giorno o quelli seguenti.

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